Una nuova Commissione di etica per le persone con disabilità
Fondazione Sasso Corbaro
Care famiglie, soci, amici di asi,
segnaliamo questa importante iniziativa della Fondazione Sasso Corbaro.
“Implementare e sostenere l’autodeterminazione, supportare gli individui e le istituzioni ad affrontare situazioni eticamente complesse, prendere decisioni in situazioni di conflitti di valori: questi sono alcuni degli obiettivi della nascente Commissione di etica per le persone disabili.
Il Dipartimento della Sanità e della Socialità ha incaricato la Fondazione Sasso Corbaro di sviluppare, in forma sperimentale sull’arco di due anni questo progetto, nato da una proposta della Commissione consultiva della LISPI (Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi).
La disabilità, infatti, presenta aspetti unici e peculiari, rimasti a oggi – in gran parte – inesplorati.
La ricerca in letteratura ha reso evidente la difficoltà di reperire – a differenza di quanto accade per altri ambiti sociali e sanitari – documenti e raccomandazioni che affrontano nello specifico i temi e i problemi etici legati a questo ambito. Inoltre, negli ultimi anni l’attenzione verso l’ambito della disabilità è stata crescente, anche attraverso, la ratifica del 2014 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità per cui la Svizzera si impegna a garantire la partecipazione alla vita sociale sulla base dell’autodeterminazione. Anche il periodo pandemico ha esacerbato questioni etico cliniche quali il possibile triage per l’accesso alle cure ospedaliere, la conciliazione tra la protezione della persona e la qualità di vita, la ponderazione del rischio delle uscite e delle visite e la limitazione della libertà individuale.
Tutti questi aspetti chiariscono quanto occuparsi di disabilità, in particolare dei temi più sensibili legati a quest’ambito, richieda di uscire da schemi tradizionali di analisi e risoluzione dei problemi basati sulle diadi salute/malattia, sintomo/cura, patologie acute/croniche, che caratterizzano le riflessioni e i modelli generalmente applicati nella medicina somatica e nelle istituzioni sanitarie per pazienti acuti o stazionari.
Non è possibile, quindi, utilizzare un approccio funzionale, bensì si può considerare un percorso da esaminare rispetto alle attese cliniche dei soggetti e dei loro famigliari: sguardi differenti creano diritti diversi. Lo sguardo delle Humanities riesce a situarsi sulla soglia fra cultura e medicina.
Il modello clinico della disabilità deve essere correlato con quello sociale e ambientale.
Più in concreto, gli scopi della commissione sono: identificare, analizzare e chiarire in modo interdisciplinare i valori etici di una situazione conflittuale fra chi cura e chi è curato e i suoi cari, promuovere e tutelare il rispetto della dignità e dei diritti di chi è in cura garantendone l’autonomia, esprimere consulenze in caso di conflitti di valori etici negli istituti cantonali per persone con disabilità, elaborare e diffondere raccomandazioni etiche nell’ambito della disabilità fra i curanti e gli amministratori, promuovere la formazione in etica clinica e in Medical Humanities in tutti gli ambiti della disabilità e approfondire le tematiche riguardo le direttive anticipate, la contenzione fisica e farmacologica e la comunicazione.”